Un giorno in galera - Silvia Settesoldi

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Un giorno in galera

In occasione della ricorrenza dell'abolizione della pena di morte e della tortura avvenuta nel 1786 grazie alla riforma del Granduca Pietro Leopoldo di Lorena ho visitato il complesso carcerario delle Murate. Il complesso deve il suo nome all'originaria funzione del luogo, convento femminile per le monache di clausura ("murate") che qui abitarono fino all'Ottocento quando fu confiscato dalla Chiesa per soppressione napoleonica e trasformato in carcere pubblico. Furono rinchiusi grandi personaggi della storia della cultura e della politica italiana; Alcide De Gasperi, Carlo Luigi Ragghianti, Carlo Levi.

Alla fine degli anni 70 la sezione del "carcere duro" era stata chiusa completamente murata in modo da non poterci più accedere ed è forse per questo motivo che è rimasta cosi ferocemente "parlante"
Quando si entra si "sente" la solitudine, la disperazione, la mancanza dei bisogni fondamentali dell'uomo; nelle celle ci sono graffiti, disegni , calendari per contare i giorni che mancano alla fine della prigionia , frasi ironiche come una scritta sopra la porta della cella "per piacere ricordatevi di chiudere" tutto questo per non "impazzire" Le celle sono rimaste esattamente come erano l'unica cosa che è stata eliminata è il letto che era in muratura...ogni cella ha uno spioncino che serviva alle guardie per verificare la condizione del carcerato e sopra lo spioncino c'è una specie di linguetta che il prigioniero, non potendo parlare alle guardie, sollevava in modo da far capire dall'esterno che aveva bisogno di aiuto.
Fuori dalle celle un bacile e un rotolo in ferro dove veniva messo un telo e quello era l'unico posto dove se concesso i prigionieri potevano lavarsi e asciugarsi.

Parallele alle celle un corridoio sul quale si affacciava la finestra con le sbarre e da dove le guardie potevano controllare i prigionieri
Il complesso venne mantenuto come carcere fino al 1986 anno della riforma carceraria di Mario Gozzini.
Da quel momento il complesso è stato restituito alla cittadinanza con una spiccata vocazione culturale e una precisa attenzione alla produzione artistica contemporanea...

 
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