Alberobello - Silvia Settesoldi

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Alberobello

Dal primo muro all’ultimo, non un corpo estraneo, non un plagio, non una zeppa, non una stonatura. L’ammasso dei trulli nel terreno a saliscendi si profila sereno e puro, venato dalle strette strade pulitissime che fendono la sua architettura grottesca e squisita. I colori sono rigidamente il bianco – un bianco ovattato e freddo, con qualche striscia azzurrina – e il nerofumo. Ma ogni tanto nell’infrangibile ordito di questa architettura degna di una fantasia, maniaca e rigorosa si apre una frattura dove furoreggia tranquillo il verde smeraldo e l’arancione di un orto.
Pier Paolo Pasolini
 
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